feb222024
Quali sono gli indici utilizzati dall’ADE per capire se un soggetto è residente in Italia?
Secondo la giurisprudenza “deve considerarsi soggetto passivo il cittadino italiano che, pur risiedendo all'estero, stabilisca in Italia, per la maggior parte del periodo d'imposta, il suo domicilio, inteso come la sede principale degli affari ed interessi economici nonché delle relazioni personali, come desumibile da elementi presuntivi ed a prescindere dalla sua iscrizione all'AIRE” (per tutte: Corte di Cassazione n. 2963511/10/2022 in senso conforme CGT II grado Lazio n.458/2023; Cass. 11620/2021).
Assume rilevanza anche il concetto di riconoscibilità del domicilio / residenza da parte dei terzi, che secondo la più recente giurisprudenza (per tutte: Cass. 11620/2021) va individuata in relazione alla gestione degli interessi e degli affari economico-patrimoniali, prioritariamente rispetto al luogo delle relazioni affettive e familiari.
La giurisprudenza ha individuato degli indici idonei a fornire tale prova, a titolo esemplificativo: l’intestazione, presso una banca avente sede in Italia, di diversi conti correnti, continuamente implementati, e la disponibilità di beni immobili in Italia (Cass. 12259/2010); proprietà immobiliari ed incarichi di rappresentanza di numerose società italiane (Cass. 6598/013); presenza fisica dell'interessato nonché quella dei suoi familiari, disponibilità di un'abitazione, luogo di esercizio di attività professionali e quello in cui siano presenti interessi di carattere patrimoniale (Cass. 12311/2016); disponibilità di un'abitazione permanente, presenza della famiglia, possesso di beni immobiliari, accreditamento dei propri guadagni (Cass. 15174/2020). E ancora: intestazione di utenze (gas / elettricità), iscrizione a circoli o palestre, movimentazioni dei conti correnti.
Anche la prassi dell’Amministrazione finanziaria ha individuato alcuni indici significativi, da tenere in considerazione nella valutazione della residenza, rappresentati essenzialmente: dalla disponibilità di un’abitazione permanente; dalla presenza della famiglia; dal luogo di accreditamento dei proventi (ovunque conseguiti); dalla partecipazione a riunioni d’affari; dalla titolarità di cariche sociali; dal sostenimento di spese alberghiere o di iscrizione a circoli; dall’organizzazione della propria attività e dei propri impegni, anche internazionali, direttamente o attraverso soggetti operanti nel territorio italiano.
Ovviamente non si può affermare a priori quanti o quali di questi indici debbano sussistere cumulativamente: più indici sono presenti più e probabile che l’Agenzia delle Entrate non contesti il requisito del domicilio / residenza.
Diventa quindi fondamentale l’acquisizione e conservazione delle prove, considerato che spesso i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate vengono effettuati molto tempo dopo aver usufruito delle agevolazioni fiscali.
Assume rilevanza anche il concetto di riconoscibilità del domicilio / residenza da parte dei terzi, che secondo la più recente giurisprudenza (per tutte: Cass. 11620/2021) va individuata in relazione alla gestione degli interessi e degli affari economico-patrimoniali, prioritariamente rispetto al luogo delle relazioni affettive e familiari.
La giurisprudenza ha individuato degli indici idonei a fornire tale prova, a titolo esemplificativo: l’intestazione, presso una banca avente sede in Italia, di diversi conti correnti, continuamente implementati, e la disponibilità di beni immobili in Italia (Cass. 12259/2010); proprietà immobiliari ed incarichi di rappresentanza di numerose società italiane (Cass. 6598/013); presenza fisica dell'interessato nonché quella dei suoi familiari, disponibilità di un'abitazione, luogo di esercizio di attività professionali e quello in cui siano presenti interessi di carattere patrimoniale (Cass. 12311/2016); disponibilità di un'abitazione permanente, presenza della famiglia, possesso di beni immobiliari, accreditamento dei propri guadagni (Cass. 15174/2020). E ancora: intestazione di utenze (gas / elettricità), iscrizione a circoli o palestre, movimentazioni dei conti correnti.
Anche la prassi dell’Amministrazione finanziaria ha individuato alcuni indici significativi, da tenere in considerazione nella valutazione della residenza, rappresentati essenzialmente: dalla disponibilità di un’abitazione permanente; dalla presenza della famiglia; dal luogo di accreditamento dei proventi (ovunque conseguiti); dalla partecipazione a riunioni d’affari; dalla titolarità di cariche sociali; dal sostenimento di spese alberghiere o di iscrizione a circoli; dall’organizzazione della propria attività e dei propri impegni, anche internazionali, direttamente o attraverso soggetti operanti nel territorio italiano.
Ovviamente non si può affermare a priori quanti o quali di questi indici debbano sussistere cumulativamente: più indici sono presenti più e probabile che l’Agenzia delle Entrate non contesti il requisito del domicilio / residenza.
Diventa quindi fondamentale l’acquisizione e conservazione delle prove, considerato che spesso i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate vengono effettuati molto tempo dopo aver usufruito delle agevolazioni fiscali.