04 febbraio 2025

Diritto penale

Acquisizione delle chat dal cellulare: è necessario il decreto dell'Autorità giudiziaria

Con sentenza n. 1269/2025 la Cassazione ha chiarito che la messaggistica contenuta nei telefoni cellulare non può più essere, dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 170/2023, acquisita liberamente come un semplice documento senza garanzie: serve invece un provvedimento dell’Autorità giudiziaria per fondare la legittimità della compressione del principio di riservatezza della corrispondenza.

Diviene pertanto irrilevante che vi sia stato il consenso all'acquisizione delle chat da parte del titolare, poiché trattandosi di soggetto indagato il consenso espresso non può essere ritenuto sufficiente e alternativo al provvedimento dell'Autorità.

La sentenza specifica che in ogni caso, anche se il consenso fosse stato reso dalla persona interessata su sollecitazione della polizia giudiziaria e dopo essere stata avvisata della facoltà di assistenza legale, "resta imprescindibile, onde prevenire il rischio di abusi, che in situazioni del genere la polizia giudiziaria abbia il dovere di procedere al sequestro del telefono senza potere accedere al suo contenuto prima di una formale autorizzazione del pubblico ministero".

Gli screenshot così acquisiti non configurano pertanto una prova atipica: in ossequio al principio di legalità, non è permesso agli agenti di polizia aggirare espresse previsioni di legge per compiere atti atipici con l’obiettivo di raggiungere lo stesso risultato di quelli tipici.

In allegato la sentenza in commento.

Acquisizione delle chat dal cellulare: è necessario il decreto dell'Autorità giudiziaria

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